Indipendenza, autonomismo, federalismo: facciamo chiarezza.

Troppo spesso la politica e i media italiani, in particolare modo la Lega Nord, usano queste parole per creare confusione, distorcerne il significato o peggio per accaparrarsi più consensi possibili prendendosi gioco dell’elettorato. Parlando con la gente si nota come l’ignoranza in materia sia diffusa e come molti pensino che queste tre cose siano quasi sinonimi. In realtà queste tre parole hanno significato molto diversi che ora vedremo.

Indipendenza: è la condizione politica di uno stato non soggetto a un potere straniero. Cioè un Pease che non subisce nessun tipo di potere da terzi, che appunto è indipendente su tutti i piani.

Autonomia:  si intende la concessione di funzioni proprie di un organo superiore ad un organo inferiore, per particolari esigenze. Ma il territorio a cui vengono concesse queste funzioni rimane comunque sotto amministrazione degli organi superiori.

Federalismo: si intende la condizione di un insieme di entità autonome, legate però tra loro dal vincolo di un patto. I diversi membri di questo insieme possono riconoscersi nell’autorità di un capo che li rappresenti tutti oppure convergere in una assemblea generale. L’accezione più diffusa del federalismo è quella politica: si tratta della dottrina che appoggia e favorisce un processo di unione tra diversi Stati (a volte denominati anche province, soggetti federali, Länder, commonwealth, territori, etc.), che mantengono in diversi settori le proprie leggi particolari, ma hanno una costituzione condivisa e un governo comune. L’unità che si viene a creare è spesso chiamata federazione. I due livelli in cui è costituzionalmente diviso il potere sono distinti tra loro e sia il governo centrale, sia i singoli Stati federati, hanno sovranità nelle rispettive competenze.

Come possiamo capire sono tre cose molto diverse, sia per la loro attuazione e sia per il loro raggiungimento. Fa molto sorridere come certi partiti da un giorno all’altro passino da una proposta all’altra come se fossero cose da nulla, una vera e propria presa per i fondelli dei propri elettori. In Italia autonomia e federalismo sono inattuabili, come spiegato in questo articolo, perchè con essi mancherebbero le ingenti somme di denaro che lo stato-mafia centralista sottrae, alla Lombardia in particolare, per garantire la propria esistenza, per pagare i propri sprechi e clientele che gli garantiscono il potere.

L’indipendenza è l’unico modo per dare un taglio al sistema che da più di un secolo ha portato solo problemi e disgrazie ai popoli sui quali impone il suo potere, depauperando le zone più ricche e mantenendo in stato di sottosviluppo parassitario le più povere, aumentando sempre più il debito pubblico che ricade sulle spalle degli onesti cittadini. E’ ora di cambiare aria e solo l’indipendentismo può farlo.

Pubblicato il novembre 21, 2011 su Politica. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 1 Commento.

  1. Per parlare correttamente di federalismo è anche necessario tener conto di quanto ha scritto uno dei maggiori studiosi contemporanei Daniel J. Elazar in «Idee e forme del federalismo»:

    «È importante insistere sul fatto che una delle caratteristiche del federalismo, che nasce dalla sua base popolare, è la riduzione del problema della sovranità politica a questione incidentale. La sovranità nelle repubbliche federali viene invariabilmente attribuita al popolo, che delega i propri poteri ai diversi governi o che si accorda per esercitare direttamente quei poteri come se fosse esso stesso il governo (come accadeva nei cantoni svizzeri tradizionali). Il popolo sovrano può delegare e dividere i poteri come meglio crede, ma la sovranità rimane sua proprietà inalienabile. Ne consegue che, nell’esame dei governi federali, il problema della sovranità non compare; si presenta solo la questione del potere. Nessun governo (o, per estensione, nessuna carica) può ritenersi sovrano e quindi credere di avere poteri illimitati, residuali, o ultimi. Analogamente, non esiste alcun limite teorico al numero di governi che possono ricevere poteri delegati, anche se può sorgere qualche difficoltà pratica. Questa caratteristica accresce la flessibilità del federalismo, insieme alla possibilità di combinare differenti assetti federali a uso e consumo di una medesima popolazione.»

    Questo è tanto più importante al fine di non cadere nell’ennesimo errore di voler cambiare i suonatori per poter suonare sempre la stessa musica.

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